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Cristian-Silviu Busoi –

intervista a riccardo alemanno, presidente dell’Istituto Nazionale tributaristi e dell’osservatorio sulla fiscalità di confassociazioni

 

Presidente Alemanno, si prospetta un autunno difficile per il Paese. In questo scenario di incertezza economica, la riforma fiscale può rivestire un ruolo strategico per sostenere il sistema produttivo ed economico nazionale?

Certamente si, la riforma del sistema fiscale è fondamentale per la gestione delle attività produttive ma direi per la vita sociale di ogni cittadino, bisogna trovare il giusto equilibrio tra doveri e diritti e oggi il sistema tributario è più sbilanciato sugli obblighi, per questo è necessaria un riforma strutturale che liberi il Paese da una sedimentazione normativa che rende complessa e poco chiara l’applicazione delle norme e da un eccesso di burocrazia che comporta costi in capo ai contribuenti. Purtroppo pare che, anche in ragione delle vicende politiche che hanno portato alle elezioni anticipate, la legge delega non sarà approvata. 

 

In che direzione dovrebbe andare, anche rispetto al testo di riforma fermo in Senato?

Si è arrivati ad un passo dall’approvazione ma in questi giorni sta maturando la scelta di alcuni gruppi politici di non procedere alla sua approvazione definitiva. E’ un vero peccato, perché il lavoro fatto nelle Commissioni finanze di Camera e Senato aveva portato a una buona sintesi delle proposte dei vari gruppi parlamentari. Negli anni e nelle varie legislature ho seguito vari tentativi di riforma fiscale, alcuni hanno dato qualche segnale ma non hanno inciso sul sistema, altri sono miseramente naufragati. L’attuale testo è sicuramente quello più completo e che fornisce una visione di vero cambiamento di passo, peccato che non sia stato approvato nei mesi scorsi.  Usando una metafora calcistica, direi che è come avere un fuoriclasse in panchina ma non farlo mai entrare sul terreno di gioco. Spero che il futuro Parlamento almeno parta dal testo della delega per iniziare da subito la via della riforma, forse nell’attuale legislatura il percorso è iniziato tardivamente.

 

"si dovrà ulteriormente mettere mano alla riduzione delle aliquote Irpef, già ridotte anche se di poco con l’ultima Legge di Bilancio, e alla creazione di una più ampia fascia di reddito esente ovvero quella no tax area che andrebbe a favore dei redditi più bassi"

I prossimi mesi saranno caratterizzati anche da molte scadenze fiscali. Cosa può fare il legislatore per venire incontro alle esigenze di imprese, professionisti e famiglie?

Ormai le scadenze di adempimenti e pagamenti si susseguono senza soluzione di continuità, per questo abbiamo evidenziato la necessità di rivedere il calendario fiscale e auspicato che i milioni di dati digitali contenuti nelle banche dati dell’Amministrazione finanziaria siano utilizzati per ridurre gli adempimenti ed evitare di richiedere dati e documenti già in suo possesso. Ciò porterebbe alla vera semplificazione del rapporto fisco-contribuente a vantaggio di famiglie, imprese e professionisti, perché ridurrebbe i costi da burocrazia. Poi è evidente che di pari passo si dovrà ulteriormente mettere mano alla riduzione delle aliquote Irpef, già ridotte anche se di poco con l’ultima Legge di Bilancio, e alla creazione di una più ampia fascia di reddito esente ovvero quella no tax area che andrebbe a favore dei redditi più bassi. Oggi, soprattutto nei programmi elettorali degli schieramenti politici, ci sono varie proposte per la riduzione della pressione fiscale, da una rinnovata e allargata flat tax alla rivisitazione delle aliquote dell’Irpef e dell’Iva, ovviamente ben venga la riduzione del peso di imposte e tasse, ma sempre con attenzione al bilancio dello Stato, occorre coraggio ed equilibrio.

 

 

"se come chiediamo da anni, nella prossima legislatura si concretizzasse il passaggio a rango costituzionale della legge sullo Statuto del contribuente, sarebbe la realizzazione della vera tutela dei cittadini e una maggiore certezza amministrativa e gestionale per il sistema produttivo"

Le elezioni anticipate faranno slittare tutti i termini di legge rispetto alla presentazione del Nadef e della Legge di Bilancio. Di certo il nuovo Governo avrà poco tempo per l’elaborazione di un testo. A suo parere, cosa dovrebbe e cosa non dovrebbe prevedere la prossima Legge di Bilancio 2023?

Si certo, i tempi sono molto stretti e il prossimo esecutivo di Governo dovrà fare gli straordinari, così come il futuro Parlamento, con le Commissioni che saranno a ranghi ridotti. Ritengo però che l’esecutivo uscente possa già tracciare una linea, anzi credo lo stia già facendo, che possa essere seguita anche in ragione degli impegni assunti con il PNRR e che il Nadef non può ignorare, non si tratta di scelte politiche ma economiche per perseguire il rilancio del Paese, anzi oggi direi di salvarlo da una situazione sempre più complessa, non solo a causa del perdurare delle crisi sanitarie, energetiche e della guerra in Ucraina, ma anche purtroppo per la speculazione di taluni  a danno di tutti. Ricordo comunque che già lo scorso anno la Legge di Bilancio è stata presentata al Senato l’11 di novembre e approvata dalla Camera in via definitiva il 30 dicembre. Circa i contenuti del nuovo ddl di bilancio, al di là dei macro temi economici, direi che si dovrebbe sicuramente ridurre il peso delle imposte, implementando la cancellazione dell’Irap anche per le società, ridurre il costo del lavoro abbandonando la politica dei bonus a pioggia e tutelare i consumatori da un mercato fuori controllo su energia e combustibili. Da parte nostra presenteremo proposte di semplificazione, alcune a costo zero altre su cui la politica dovrà investire, per dimostrare di voler mettere al centro della sua azione la tutela del cittadino-contribuente. In questo periodo ci stiamo confrontando con molti candidati dei vari gruppi politici e, al netto degli interventi strutturali urgenti sul caro bollette energetiche e sui carburanti, chiediamo sburocratizzazione, chiarezza normativa e certezza del diritto, ne beneficerebbe il mercato interno e sarebbero un volano positivo per attirare capitali esteri. Infatti, se come chiediamo da anni, nella prossima legislatura si concretizzasse il passaggio a rango costituzionale della legge sullo Statuto del contribuente, sarebbe la realizzazione della vera tutela dei cittadini e una maggiore certezza amministrativa e gestionale per il sistema produttivo.

 

 

 

 

RICCARDO ALEMANNO

Presidente dell'Istituto Nazionale Tributaristi e dell'Osservatorio sulla Fiscalità di Confassociazioni

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