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Crisi energetica: necessaria la sburocratizzazione delle rinnovabili

intervista a ambrogio invernizzi, presidente di inalpi

Presidente Invernizzi, la gestione dell’emergenza energetica è senza dubbio la priorità dell’Italia e dell’Europa. Quali misure d’urgenza ritiene necessarie per evitare che il sistema economico italiano soccomba al caro energia?

Ritengo che siano necessari interventi strutturali che richiederanno certamente tempi più lunghi, ma che sia ancor più importante che contestualmente vengano messi a punto iniziative immediate. Certamente tra le prime azioni da mettere in campo credo che vi siano tre temi.
Innanzitutto, l’attuazione del price cap europeo al prezzo del gas, una misura che potrebbe produrre un effetto immediato e contrastare il costo sempre più elevato dei servizi energetici dal gas all’elettricità che costituiscono una problematica importante sia per le aziende che per i singoli cittadini.
A questo tema deve seguire, da parte del Governo, una riflessione che preveda l’incentivazione delle energie rinnovabili che hanno il pregio di contribuire, in modo fondamentale, alla costruzione di un mondo più sostenibile, capace di andare incontro alle esigenze della lotta alla crisi climatica e contestualmente sono supporto all’attuale crisi energetica. Ed è in questo contesto che, per guardare al domani in modo consapevole, è secondo me immediatamente necessaria la sburocratizzazione delle rinnovabili, dei loro processi di produzione e fruizione.
Ed infine, una misura che ritengo parimenti necessaria, è una seria riflessione sull’aumento del credito di imposta che supporterebbe in modo importante l’avvio di un percorso di crescita, sviluppo e investimenti innovativi delle aziende.
Nel medio e lungo termine ritengo invece che sia necessario ripensare a livello italiano ed europeo alla diversificazione delle fonti di approvvigionamento, alla creazione di nuovi gasdotti, supportando, come accennavo prima, attraverso agevolazioni importanti, gli investimenti nelle rinnovabili.

"per guardare al domani in modo consapevole, è secondo me immediatamente necessaria la sburocratizzazione delle rinnovabili, dei loro processi di produzione e fruizione"

Pandemia, emergenza climatica, crisi energetica. È come se stessimo vivendo una crisi nella crisi, rincorrendo sempre nuove emergenze. Non rischiamo di perdere la visione d’insieme dei problemi del Paese?

I problemi del nostro Paese sono quelli a cui accennavo nella domanda precedente a cui bisogna aggiungere l’aumento dell’inflazione che per definizione impoverisce il potere d’acquisto rendendo le imprese meno competitive e il singolo cittadino più povero. A questa problematica si aggiungono tassi di interesse in costante crescita ed il costo del lavoro. Tutte tematiche che dovranno necessariamente essere valutate a livello di comunità europea per individuare soluzioni che consentano il superamento di un lungo periodo – rappresentato dalla pandemia prima – dalla guerra e dalla crisi energetica poi.

In queste settimane la politica si sta interrogando sull’opportunità di un nuovo scostamento di bilancio. Tuttavia, sappiamo che non è sostenibile la gestione di una crisi strutturale continuando a “fare debito”. In mancanza di risorse adeguate, come razionalizzare quelle esistenti ed evitare gli sprechi?

Il primo obiettivo della politica dovrebbe essere quello di utilizzare le risorse a disposizione in modo responsabile, finalizzando ogni azione alla costruzione di un miglioramento per il Paese. La situazione in cui si trova oggi il nostro Paese ci costringe invece a fare delle scelte che non possono che essere indirizzate all’individuazione delle attività strategiche a cui dare la priorità per delineare un percorso di crescita.

"Il primo obiettivo della politica dovrebbe essere quello di utilizzare le risorse a disposizione in modo responsabile, finalizzando ogni azione alla costruzione di un miglioramento per il Paese"

Senza un Piano di sviluppo industriale (sostenibile) nazionale, come individuare le “priorità” del Sistema Paese?

L’Italia possiede eccellenze uniche al mondo, quelle che vengono indicate come le 4A (agro-alimentare, abbigliamento-tessile, arredo-legno, automazione) rappresentano i cardini dell’economia italiana, prodotti ad altissimo valore. Ed è proprio questa la priorità, riuscire ad agire come Paese per creare un percorso di valorizzazione. Oggi, secondo me, questo tipo di intervento è demandato in larga parte all’iniziativa e agli investimenti dei singoli imprenditori, mentre potrebbe risultare fondamentale, per esempio, l’ottimizzazione della gestione della rete degli enti esteri, uno spunto che potrebbe produrre indubbi vantaggi sulla crescita dell’export italiano. Ritengo rilevante conferire alle nostre Ambasciate, un incarico di coordinamento, che le renderebbe interlocutore unico, per la promozione del Made in Italy, per la creazione di nuovi canali di contatto, e per la gestione di tutti i passaggi necessari, sia nella fase di ingresso che in quella di gestione, delle aziende italiane all’estero.Il caro bollette e l’impennata dell’inflazione rischiano di creare forti tensioni sociali. La preoccupa questa situazione?
Si, questa situazione mi preoccupa per le ragioni a cui accennavo in precedenza. La condizione generale con i rincari energetici, l’aumento dell’inflazione e un contesto piuttosto complesso non possono che preoccupare ognuno di noi. La vera sfida credo che si giocherà nelle prossime settimane, e sottolineo settimane e non mesi, durante le quali sarà fondamentale ricevere indicazioni dalla politica europea ed italiana di riscontri, progetti e iniziative vere e concrete che identifichino un percorso tangibile. Se ciò non dovesse accadere, temo che quanto da lei prospettato possa diventare una realtà.

 

 

 

AMBROGIO INVERNIZZI

Presidente di INALPI S.p.A

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